Al momento stai visualizzando Il Tamburo Sciamanico

Il tamburo non è uno strumento. Vive di vita propria ed ha una sua anima che si lega a lui come l’anima di un essere umano entra nel feto quando è ancora nel grembo materno.

Nella costruzione del tamburo nulla è lasciato alla fantasia o all’iniziativa individuale, tutto deve essere rigorosamente tradizionale.
Quando si costruitamburo sciamanicosce, si decora e si da vita ad un nuovo tamburo, ci si basa su tamburi posseduti dagli antichi maestri dell’umanità, sciamani ancestrali e sciamani precedenti.
Il telaio deve essere di legno di forma circolare o ellittica, la membrana è necessariamente di origine animale (tradizionalmente si usa pelle di capra, cavallo, renna, cinghiale, cervo, alce o di altri animali).
Il tamburo viene percosso da una bacchetta o mazzuolo che può avere varie forme.
Spesso lo sciamano possiede più battenti, ciascuno indicato per una particolare esperienza estatica ad esempio la salita in cielo o la discesa agli inferi.
All’interno del tamburo vengono fissati pendagli tintinnanti di forme antropomorfe o a forma di insetti e armi che sono le case dove gli spiriti aiutanti dello sciamano vivono.
Il tamburo dello sciamano non può essere considerato uno strumento musicale, esso è molto di più, è un oggetto sacro, un essere vivo ed un universo.
E’ un mezzo grazie al quale ci si mette in connessione con il cosmo.
Risulta chiaro e necessario che tutte le componenti del tamburo siano anch’esse sacre e appartenenti alla natura, non è assolutamente possibile (anzi è un vero e proprio insulto) costruire tali strumenti con componenti sintetiche come fanno gli pseudo-sciamani occidentali.
Tutti i veri sciamani sano che ogni cosa vive ed ha un’anima: anche gli oggetti che secondo noi occidentali sono inanimati possiedono un principio vitale o spirituale, per gli sciamani tutto, anche le pietre, contengono un potenziale di forza e una volontà, per gli sciamani tutto è vivo e magico, uno è il tutto e tutto è l’uno.
Uomo, animale, piante e la stessa terra sono parti di un’antica entità e manifestazione di un’unica forza vitale.
Inoltre ogni cosa creata dalle mani dell’uomo acquista un’esistenza propria, nel tempo mitico gli stessi oggetti parlavano e si muovevano.
Lo sciamano comprende che la vita è potere e la sua missione è entrare in comunione con la sorgente del potere, la sua vittoria è la padronanza del potere che è ovunque seppure invisibile.
Il telaio del tamburo deve essere costruito rigorosamente con l’albero indicato allo sciamano dagli spiriti e che è la rappresentazione viva dell’albero cosmico, dallo stesso legno dell’albero cosmico primordiale il tamburo prende vita.
Chi lo utilizza è proiettato magicamente presso tale albero e perciò può ascendere ai cieli.
Il legno scelto per la sua costruzione, del cerchio e del manico, può essere tagliato solo da una pianta viva dal lato rivolto ad est. Il legno verrà lavorato, scaldato e reso pieghevole, dopodichè verrà adagiato in una buca a forma di cuore, una gallina sacra alla terra darà il suo sangue al legno, esso rimarrà sepolto per un’intera notte. Al mattino la pelle dell’animale prescelto verrà adagiata e tesa sul cilindro.
Una volta che il tamburo è stato assemblato, deve essere animato e risvegliato.
Per ottenere i materiali necessari alla costruzione del tamburo sciamanico, si è dovuto prenderli dalla natura a cui essi appartengono e ciò deve essere fatto con adeguato rispetto e lasciando le adeguate offerte come: tabacco, alcol, latte, miele, ecc.
Con il rito di animazione lo sciamano e la comunità ridonano la vita a quei materiali, per meglio dire il legno e la pelle erano morti solo in apparenza: la loro comunità di esistenza con il legno naturale in realtà continua sempre e questa appartenenza viene palesata grazie al rito. D’ora in poi il tamburo sarà identificato con l’animale fino a chiamarlo con il nome stesso di capro, cavallo, cinghiale, ecc.
Allo sciamano è indispensabile uno strumento vivo perché deve affrontare viaggi in altre dimensioni, non saprebbe che farsene di un oggetto inerte.
Il momento in cui il tamburo nasce non è quando viene costruito ma proprio quando viene animato perché è in quel momento che gli è conferita realmente la vita.
E’ chiaro che un tamburo non animato non sarà di nessun aiuto allo sciamano, esso non troverà la strada, cadrà al minimo ostacolo e non sarà capace di chiamare e scacciare gli spiriti.
Il rito di animazione deve essere fatto con l’arrivo degli uccelli migratori, cioè con le grandi feste di primavera e con l’inizio del nuovo ciclo che la bella stagione porta con sé, quando il potere dello sciamano inizia a tornare e a rinnovarsi così come la Madre Terra fa.
In questo momento una mole enorme di energia fino ad ora addormentata si ridesta all’improvviso e rimarrà per un certo periodo disponibile a chi è in grado di sfruttarla, tali forze sono anche quelle che andranno ad animare il tamburo.
Lo sciamano o sciamano in tale rito diviene sposo o sposa del tamburo che ha in sé entrambi gli aspetti, maschile e femminile, la pelle è maschile e animale, il telaio è femminile e vegetale.
Oltre a ciò nel risveglio del tamburo vengono incorporati altri spiriti, maschili e femminili, come lo spirito di una montagna sacra: ad essa viene presentato il nuovo tamburo, il che equivale a domandare l’autorizzazione ad esercitare la funzione sciamanica.
Dopo l’iniziazione, per tutta la notte senza sosta fino all’aurora, il tamburi deve essere suonato per impedirgli di riposare. Al mattino lo sciamano saprà dallo spirito del tamburo qual figura disegnare sulla membrana, si tratta della raffigurazione dell’animale donatore.
Il tamburo verrà riportato alla montagna sacra che lo ispezionerà e determinerà la sua utilizzazione.
Lo sciamano stesso allora viaggerà dal re del cielo che sugellerà tale decisione.
Il tamburo, una volta animato, non può più essere toccato da nessuno ed è ad uso esclusivo dello sciamano. Prima che ciò avvenga, ogni sciamano presente batterà su tale tamburo donandogli un po’ del suo potere.
Alla fine lo sciamano più potente dirà: “Il tuo cavallo armato di frecce è ora un essere vivente. Ha trovato un padrone, è cresciuto, è un essere di carne e ossa”.
Il nuovo sciamano allora, in isolamento, entra in estasi e invoca lo spirito signore del tamburo sputando Arshan (liquido alcolico di grande potere purificante) attraverso il suo respiro, il tamburo si risveglia e ad esso verrà raccontata la sua storia: come l’albero da cui proviene sia cresciuto nella foresta, come sia stato tagliato e portato alla sua costruzione, ecc.
La stessa cosa viene fatta per la pelle, anche ad essa viene raccontato il suo passato attraverso la voce dello sciamano: della sua nascita, dei suoi genitori, della sua vita fino al momento in cui il cacciatore ha abbattuto l’animale.
Il rituale si conclude con la parola degli spiriti (dell’animale e dell’albero) che assicurano allo sciamano di rendergli numerosi servigi. Lo sciamano può danzare e imitare l’animale così rianimato.
Una volta animato il tamburo, affinchè lo sciamano si appropri di esso in senso pieno, è indispensabile che il suo ruolo sia sancito dai detentori del potere, sia del Cielo sia del mondo tellurico, attraverso il suo suono.
Lo sciamano si reca con il tamburo presso il Signore del Tamburo e visiterà tutti gli spiriti aiutanti.
Sotto la loro guida visiterà i luoghi dove è cresciuto l’albero, dove ha pascolato l’animale e racconterà tutto ciò ai presenti.
Si rivolgerà a tutte le anime degli sciamani antenati, con ciò si sacralizza e riattiva e riceve il dono del lignaggio degli antichi sciamani di cui lui inizia a far parte.
Lo sciamano recita: “Uomini del passato, potenti sciamani, venite, venite! Premete le mie spalle! Radunatevi!”
Poi verranno invocati gli spiriti terrestri, il Cielo, la Luna, il Sole, le Montagne e tutti i suoi alleati pregandoli di accompagnarlo nel suo viaggio.
Gli spiriti chiamati, una volta giunti, salutano lo sciamano e allora esso muove il suo tamburo per afferrare gli spiriti e chiuderli dentro di esso.
Il viaggio vero e proprio ha inizio verso i tre livelli del cosmo, ad ogni livello lo sciamano penetra le porte del palazzo dell’intento e i suoi guardiani, armati di spada, non permettono che nessun uomo salga fin lassù e gli sbarrano la strada.
Lo sciamano con astuzia dovrà attraversare e così succede ad ogni livello finché lo sciamano giunge al Signore del Tamburo e versando vino dal suo stesso tamburo riceverà la sua benevolenza.

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